Sebbene la Cina sia pronta a presentare nuovi investimenti nei porti del Mediterraneo, sempre più strategici per il mercato crocieristico in continua espansione, i paesi forti dell'Ue frenano temendo una possibile scalata del Dragone rosso nel business.
Secondo stime di Srm (centro studi che fa capo a Intesa Sanpaolo), si legge nell'articolo, la Bri "attiverà tra i 1.000 e i 1.400 miliardi di dollari d'investimenti infrastrutturali per realizzare e rafforzare opere marittime, stradali, aeroportuali e ferroviarie, con il coinvolgimento di un numero di Paesi compreso tra 60 e 100". Una cifra che "sorpassa di gran lunga altri storici interventi, quali ad esempio il piano Marshall" il cui valore "è stato pari a 100 miliardi (di dollari del 2016)".
La Cina ha investito negli ultimi due anni "in otto porti (Haifa, Ashdod, Ambarli, Pireo, Rotterdam, Vado Ligure, Bilbao e Valencia), oltre 3,1 miliardi di euro (3,7 miliardi di dollari).
E, per quanto riguarda l'Italia, a essere interessati al progetto sono soprattutto gli scali di Genova-Savona e Trieste".
Tuttavia, fa notare Paolo Signorini, presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, l'Ue ha reagito con freddezza al progetto Bri lanciato dalla Cina e "non è un caso" che "il nostro presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, sia stato l'unico premier del G7 presente, lo scorso maggio, al Belt and road forum for international cooperation di Pechino".
Secondo stime di Srm (centro studi che fa capo a Intesa Sanpaolo), si legge nell'articolo, la Bri "attiverà tra i 1.000 e i 1.400 miliardi di dollari d'investimenti infrastrutturali per realizzare e rafforzare opere marittime, stradali, aeroportuali e ferroviarie, con il coinvolgimento di un numero di Paesi compreso tra 60 e 100". Una cifra che "sorpassa di gran lunga altri storici interventi, quali ad esempio il piano Marshall" il cui valore "è stato pari a 100 miliardi (di dollari del 2016)".
La Cina ha investito negli ultimi due anni "in otto porti (Haifa, Ashdod, Ambarli, Pireo, Rotterdam, Vado Ligure, Bilbao e Valencia), oltre 3,1 miliardi di euro (3,7 miliardi di dollari).
E, per quanto riguarda l'Italia, a essere interessati al progetto sono soprattutto gli scali di Genova-Savona e Trieste".
Tuttavia, fa notare Paolo Signorini, presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale, l'Ue ha reagito con freddezza al progetto Bri lanciato dalla Cina e "non è un caso" che "il nostro presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, sia stato l'unico premier del G7 presente, lo scorso maggio, al Belt and road forum for international cooperation di Pechino".