martedì 22 giugno 2021
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Assarmatori rilancia la sua formula per la continuità territoriale
ROMA - “Muoversi liberamente sull’intero territorio nazionale è un diritto costituzionale fondamentale, e le norme sulla continuità territoriale in Sardegna non sono solo importantissime a tutela di questo diritto; è essenziale che siano, soprattutto, efficaci”. Lo ha sottolineato oggi il Segretario generale di ASSARMATORI, Alberto Rossi, nel corso dell’Audizione della IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, sulle due proposte di legge in materia, attualmente in discussione.
Secondo Rossi entrambi i testi, che affrontano un tema davvero centrale, fanno riferimento a una situazione che è già stata superata dall’evoluzione della disciplina e dalle dinamiche del mercato. Non è più in discussione, infatti, una convenzione unica per tutte le rotte sarde, come in passato, ma bandi diversi e solo per le rotte nelle quali la debolezza e la non remuneratività del mercato rende indispensabile una sovvenzione pubblica che compensi l’armatore chiamato a sostenere extra-costi.
“A questo proposito – ha precisato il Segretario generale di ASSARMATORI - l’analisi delle mancate condizioni di sostenibilità economica del mercato non può essere estemporanea e cioè limitata a un unico punto di osservazione ma deve scaturire da un esame approfondito del potenziale di domanda e di disponibilità strutturale di offerta nei diversi periodi dell’anno. Per altro, il periodo di validità della convenzione deve essere sufficientemente lungo da consentire un’adeguata pianificazione del servizio e anche una eventuale rimodulazione dello stesso – consentendo alle imprese di agire a seconda dell’andamento dell’offerta e della domanda di trasporto.
Sempre nell’ottica dell’ottimizzazione dei costi è importante che le norme consentano la sostituzione delle navi in servizio con altre che abbiano tutti i requisiti richiesti, ma la cui capacità possa adeguarsi meglio alla domanda di trasporto che si genera nei diversi periodi dell’anno. Secondo Rossi, dalle due proposte sarebbe opportuno rimuovere le norme che impedirebbero qualsiasi modifica dell’assetto della società concessionaria, ciò in evidente contrasto con la libertà d’impresa e con le regole generali relative a quest’area di attività.