lunedì 22 novembre 2021
Tirrenia: sequestrati beni per 20 milioni a Onorato Armatori
GENOVA - Il Tribunale di Milano accoglie la domanda dei commissari di Tirrenia, in amministrazione straordinaria, e ha disposto il sequestro dei beni della capogruppo Onorato Armatori, per un importo di 20 milioni di euro.
La tesi dei legali di Tirrenia, il professor Pier Filippo Giuggioli e l'avvocato Adriano Curti, è stata "pienamente accolta", si legge in una nota. In sede civile è stata riconosciuta "la responsabilità della holding" degli Onorato, "per aver drenato risorse di Cin per oltre 210 milioni così da impedire a quest'ultima di ripagare all'amministrazione straordinaria il prezzo di 180 milioni per la cessione della flotta".
Come si legge nella nota dei legali, il tribunale "ha poi ritenuto opportuno concedere il sequestro anche in ragione della gestione societaria oscura di cui è responsabile la famiglia Onorato che, fra l'altro, non deposita i bilanci dal 2017". In parallelo, per la vicenda del dissesto del gruppo di trasporto marittimo, la procura di Milano ha aperto una inchiesta per bancarotta fraudolenta in cui sono indagati l'armatore Vincenzo Onorato e il figlio Achille.
Secondo Onorato Armatori, invece, l'azione "intentata da Tirrenia in Amministrazione Straordinaria nei confronti di Onorato Armatori" è "interamente fondata su una relazione resa da Stefania Chiaruttini, in posizione di evidentissimo conflitto d'interessi, per essere contestualmente consulente sia di Tirrenia in A.S. che dell'Attestatore del piano di ristrutturazione del Gruppo e già ampiamente confutata da numerosi pareri pro - veritate formulati da primari professionisti indipendenti".
"Questa azione - prosegue il Gruppo -. si inserisce in un contesto in cui il Gruppo Onorato, che sta ricevendo il sostegno delle banche e della maggioranza dei bond holders, ha più volte presentato a Tirrenia una proposta di ristrutturazione con dei ritorni che rappresentano un unicum in un simile scenario. Il provvedimento di sequestro sarà oggetto di reclamo innanzi al Tribunale di Milano, nel cui operato il Gruppo Onorato ripone piena fiducia".