ROMA - Maggiori costi e nuovi lacci burocratici. Li denunciano Confitarma e Assarmatori, relativamente alla
situazione che si è venuta a creare nei porti italiani a seguito dell’entrata in vigore del decreto
legislativo 8 novembre 2021, n.197, relativo al recepimento della direttiva (UE) 2019/883, sugli
impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi.
Emblematico in tal senso è il caso delle navi di linea delle Autostrade del Mare per le quali la nuova
normativa ha confermato l’impianto dell’esenzione preesistente, in base al quale le navi in possesso
dei necessari requisiti verificati dall’Autorità marittima potevano conferire i rifiuti solo in un porto
lungo la rotta.
L’unica vera novità – in aggiunta all’obbligo di stipula di un contratto di servizio con un impianto di
raccolta situato in uno dei porti lungo la rotta della nave (condizione, talvolta, difficile da rispettare) –
è rappresentata dal fatto che i requisiti devono ora essere verificati dall’Autorità di Sistema Portuale,
che dovrebbe rilasciare apposito certificato di esenzione.
Condizionale d’obbligo, dal momento che le AdSP non rilasciano tali certificati. Di conseguenza molte
navi, pur mantenendo i requisiti di legge, hanno di fatto perso lo status di esenzione con un
conseguente immotivato aggravio di costi ed oneri amministrativi per il ritiro rifiuti, in precedenza non
previsti.
Al contrario, per gli erogatori del servizio di raccolta e smaltimento, che nella maggioranza dei casi
continuano ad operare in regime di monopolio sebbene la nuova norma non preveda più la presenza a
prescindere di un unico operatore, si sta registrando un ingiustificato incremento degli introiti, senza
che siano mutati né i piani di raccolta dei rifiuti né i relativi piani di investimento.
Altra grave anomalia applicativa si registra nell’interpretazione del concetto di esenzione. Il Decreto
Legislativo 197/2021, recependo fedelmente la direttiva, ha finalmente chiarito che l’esenzione nei
porti lungo la rotta della nave riguarda tutti e tre gli obblighi (notifica, conferimento, pagamento) e che
le Autorità di Sistema Portuale devono definire specifici criteri per la determinazione delle tariffe da
applicare nel solo porto dove effettivamente avviene il conferimento.
Purtroppo, invece, diverse Autorità di Sistema Portuale stanno prevedendo espressamente l’esenzione
solo dagli obblighi di notifica e di conferimento ma non dal pagamento della tariffa, mortificando
l’essenza e la portata della norma stessa.
Da anni si parla di semplificazione, trasparenza e sburocratizzazione del settore dello shipping ma un
quadro del genere configura una situazione opposta. Le due associazioni armatoriali auspicano quindi
che tali normative siano applicate nella loro interezza, senza ingiustificate ed errate interpretazioni di
regole chiare e indiscutibili.
mercoledì 19 ottobre 2022
Home »
Armatori
,
Assarmatori
,
Confitarma
» Conferimento dei rifiuti delle navi nei porti, Confitarma e Assarmatori: assurdo far pagare agli armatori l’impasse attuativo della nuova normativa