ROMA - Il Belpaese rischia l'emarginazione dal traffico mondiale delle merci nonostante la ricca dotazione di porti. A lanciare l'allarme Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto che ha indicato come "negli ultimi 20 anni le merci in container movimentate nel Mediterraneo sono aumentate del 500%, mentre nei porti italiani l'incremento è stato del 50%", agganciando solo "il 10% della crescita".
"L'Italia - a suo dire - rischia l'esclusione dalle grandi vie del traffico mondiale", penalizzata da un "sistema frammentato e una burocrazia pesante", che "frenano la crescita dei porti, molti dei quali hanno piani regolatori vecchi di 60 anni". Inoltre, "da un'analisi del Def del 2018 solo l'1,8% delle risorse viene destinato ai porti fino al 2032, per 2,35 miliardi di euro.
Non di certo adeguati alle contingenti necessità di attrezzare i porti per ricevere i "giganti del mare", con oltre 464 unità di classe compresa tra 10 e 20mila Teu (1 TEU sono 40 metri cubi) e altri 118 in arrivo entro il 2020. "Per accoglierli - spiega Russo - saranno necessari 'escavi' per 85 milioni di metri cubi di materiale nei canali dei porti e un'ulteriore spesa per l'adeguamento del sistema portuale".
"L'Italia - a suo dire - rischia l'esclusione dalle grandi vie del traffico mondiale", penalizzata da un "sistema frammentato e una burocrazia pesante", che "frenano la crescita dei porti, molti dei quali hanno piani regolatori vecchi di 60 anni". Inoltre, "da un'analisi del Def del 2018 solo l'1,8% delle risorse viene destinato ai porti fino al 2032, per 2,35 miliardi di euro.
Non di certo adeguati alle contingenti necessità di attrezzare i porti per ricevere i "giganti del mare", con oltre 464 unità di classe compresa tra 10 e 20mila Teu (1 TEU sono 40 metri cubi) e altri 118 in arrivo entro il 2020. "Per accoglierli - spiega Russo - saranno necessari 'escavi' per 85 milioni di metri cubi di materiale nei canali dei porti e un'ulteriore spesa per l'adeguamento del sistema portuale".